Mandolino a sei ordini barocco
copia da Antonio Monzino, Milano 1792
(Collezione del Museo Teatrale alla Scala di Milano)
Il mandolino a sei ordini barocco per la sua distanza delle due corde più esterne al ponticello di 59,5 mm è sicuramente associabile a una tecnica col plettro.
Va inoltre osservato che la costruzione del guscio, in questo strumento in particolare, è differente rispetto ad altri mandolini della stessa tipologia, anche di altri autori: le due doghe adiacenti alla tavola armonica sono larghe circa il doppio rispetto alle altre.
Questo suggerisce che Monzino abbia cercato di aumentare il volume della cassa armonica alla ricerca di maggiore sonorità; è importante non dimenticare che questo strumento è del 1792.
Federico Gabrielli ebbe modo di eseguire il rilievo dimensionale di questo strumento nel 1985.
Successivamente potei studiarlo più attentamente quando lo restaurai (insieme a tutti gli altri strumenti della sezione a pizzico del Museo Teatrale alla Scala di Milano) nel 1991.
SCHEDA TECNICA:
Diapason | 306 mm |
Guscio | composto da 13 doghe di cipresso intercalate con filetti tripli nero/bianco/nero. |
Tavola armonica | di abete rosso della Val di Fiemme con rosetta su doppio strato di legno di pero intagliato. |
Ponticello | di pero |
Manico e cassetta dei piroli | in ciliegio tinto nero |
Piroli | di ebano con boccette di osso |
Tastiera | di ebano con intarsio di osso |
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