Per la costruzione invece degli strumenti “antichi”, ovvero la copia di strumenti storici, valgono sicuramente le considerazioni già fatte per quelli moderni, salvo per il fatto che, trattandosi di copie, vanno messi da parte la concezione personale e ogni forma di interpretazione in chiave moderna degli stessi. Infatti lo scopo di realizzare la copia di uno strumento storico è quello di averne disponibile uno che sia perfettamente efficiente e in grado di fare le veci dell’originale, dato che spesso quest’ultimo (per una molteplice serie di ragioni enucleate meglio nella sezione “Il restauro”) non è in grado di soddisfare appieno, o non lo è per nulla, la sua funzionalità; sia a causa di danni subiti, sia a seguito di riparazioni e/o trasformazioni operate poco ortodosse. Va inoltre sottolineato che l’utilizzo di una copia non comporta alcun rischio di danneggiamento o, peggio, di perdita dell’originale.
Una copia, quindi, se ben eseguita, è teoricamente in grado di restituire il suono originale dello strumento considerato. Anzi, rispetto a un ipotetico originale perfettamente conservato in ogni sua parte e in perfetto assetto di suonabilità (che non abbia quindi mai subito alcun intervento di riparazione e si presenti esattamente come se fosse stato appena costruito), si può addirittura affermare che la copia sarà più fedele nel suono, in quanto questo ipotetico originale avrebbe subito inevitabilmente nel tempo delle trasformazioni dovute alle caratteristiche intrinseche del materiale di cui è costituito – il legno – che ne hanno modificato significativamente forma e dimensioni (morfologicamente, quindi, non corrisponderebbe più allo strumento che era in origine).
Bisogna poi considerare che l’invecchiamento –stagionatura– così estremo del legno, ne modificherebbe senza dubbio anche la sonorità.
Il suono di questo ipotetico originale sarebbe inevitabilmente differente da quello che lo stesso avrebbe avuto in origine; con ciò, naturalmente, non intendo dire che non sarebbe “bello”, ma piuttosto che sarebbe comunque “diverso” da quello che avrebbe avuto quando fosse stato da poco costruito.
Sulla base delle considerazioni fin qui esposte, quindi, affrontare la costruzione di una copia di uno strumento storico, significa, a mio avviso, analizzare e studiare prima di tutto il maggior numero possibile di strumenti originali del medesimo tipo, al fine di acquisire il maggior numero di informazioni al riguardo. A tale studio è anche bene affiancare quello comparativo di altri strumenti coevi della stessa famiglia, per meglio conoscere le caratteristiche (come i materiali utilizzati: legni, vernici, etc.) e le tecniche costruttive dei liutai dell’epoca considerata.
Personalmente il Maestro Liutaio Federico Gabrielli reputa che costruire una copia di una strumento storico prendendo a modello un solo originale in particolare, non porti a cogliere lo spirito della tipologia dello strumento. Si corre oltremodo il rischio, per i motivi già detti, di prendere a modello uno strumento non perfettamente conservato, che ha magari subito rimaneggiamenti, anche se non eccessivamente significativi, che ne hanno comunque alterato l’originalità; si può addirittura correre il rischio di copiare errori originali. L’analisi comparata, invece, di più originali porta sicuramente ad annullare tali rischi. Tale studio, per di più, fornisce la possibilità di comprendere quale sia stata la logica che ha portato i liutai dell’epoca a scegliere determinati materiali e specifiche tecniche costruttive, fornendo a chi affronta la costruzione di una copia la consapevolezza piena del proprio lavoro.
Per effetto di quanto fin qui esposto, il passo seguente (per me ormai assunto come dogma) è quello di individuare un autore preferibile rispetto agli altri suoi coevi e di conseguenza scegliere uno o più suoi strumenti da assumere quale modello.
Solo a questo punto è infatti possibile, sulla base di tutte le informazioni raccolte, comprendere quale dovesse essere la forma originale dello strumento selezionato (talvolta è possibile studiare strumenti non solo dello stesso autore, ma anche costruiti nello stesso anno e sulla medesima forma), perché quasi sempre nelle forme degli strumenti storici (profilo della tavola armonica, sezioni del guscio, lunghezza del manico, etc.) sono riconoscibili determinate proporzioni geometriche e regole costruttive che sono alla base del progetto originario dello strumento.
E’ in quest’ottica che Federico Gabrielli riprogetta ex-novo la forma e tutte le parti della copia voluta. E sempre con la stessa logica dedica una parte del tempo nel ridisegnare tutte le decorazioni nel rispetto dei disegni originali, senza per questo stravolgere lo spirito originale dello strumento.
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